domenica 31 gennaio 2010
nuraghe a Nulvi
In vicinanza del nuraghe Irru si trova questo nuraghe edificato in gran parte con arenaria. La parte superiore è edificata con pietre di dimensioni ridotte.
In vicinanza vi è un masso con un incavo. A che epoca potrebbe risalire..?
In vicinanza vi è un masso con un incavo. A che epoca potrebbe risalire..?
Pozzo sacro Irru a Nulvi
Vista panoramica dell'edificio
La bocca del pozzo
la canaletta dove scorre l'acqua
Particolare della bugnatura
Il canale di scolo
Particolare della lavorazione del materiale lapideo. (Ingrandire la foto per visualizzare le incisioni!)
sabato 30 gennaio 2010
lunedì 25 gennaio 2010
Nuraghe Agnu ai piedi del Limbara
Alle pendici del Limbara sono presenti alcuni nuraghi, in maggioranza molto distrutti.
Uno dei più conosciuti e meglio conservati è il Nuraghe Agnu.
Situato nelle vicinanze della Tomba dei Giganti di Pascaredda, non è segnalato. Per raggiungerlo si prosegue sulla strada sterrata in salita, dal posteggio vicino alla Tomba, fino ad incontrare un cancello sulla destra. Il nuraghe è situato accanto al vecchio stazzo con muri in granito ed è incassato fra le rocce.
Il nuraghe è del tipo a corridoio, costruito in grandi massi di granito, a ferro di cavallo. L'ingresso è ad Est.Un corridoio lo attraversa per tutta la lunghezza e sfocia sul terrazzo.
Sui lati sono due corridoi che portano uno a una celletta cupolata e a una seconda uscita attraverso un varco nella roccia.
Dal terrazzo è visibile in lontananza, in direzione del traliccio, un piccolo rilievo su cui sorge un altro nuraghe quasi distrutto.
Uno dei più conosciuti e meglio conservati è il Nuraghe Agnu.
Situato nelle vicinanze della Tomba dei Giganti di Pascaredda, non è segnalato. Per raggiungerlo si prosegue sulla strada sterrata in salita, dal posteggio vicino alla Tomba, fino ad incontrare un cancello sulla destra. Il nuraghe è situato accanto al vecchio stazzo con muri in granito ed è incassato fra le rocce.
Il nuraghe è del tipo a corridoio, costruito in grandi massi di granito, a ferro di cavallo. L'ingresso è ad Est.Un corridoio lo attraversa per tutta la lunghezza e sfocia sul terrazzo.
Sui lati sono due corridoi che portano uno a una celletta cupolata e a una seconda uscita attraverso un varco nella roccia.
Dal terrazzo è visibile in lontananza, in direzione del traliccio, un piccolo rilievo su cui sorge un altro nuraghe quasi distrutto.
domenica 24 gennaio 2010
Tomba dei giganti Pascaredda Calangianus
Questa tomba è una delle più belle per il suo inserimento nel paesaggio. Circondata da prati verdissimi fino all'estate, da boschi di sughere e con le vette granitiche del Limbara che la sovrastano.
Vi si arriva dalla strada statale 127, al bivio per Nuchis, dopo aver attraversato la ferrovia. L'ingresso è correttamente segnalato e la strada è agevolmente percorribile. Si prosegue per un tratto a piedi fiancheggiando il torrente e poi lo si attraversa su un ponticello in legno.
Il luogo è ordinato e avvolto nel silenzio ancestrale della Sardegna. Ci si immedesima facilmente nel tempo in cui le popolazioni nuragiche l'hanno utilizzata.
Meravigliano le dimensioni della tomba, un tumulo di diverse centinaia di metri cubi con il corridoio coperto da lastroni di granito e con una sorta di pavimento che modernamente si chiamerebbe basolato, e che pare messo in opera oggi.
La parte frontale è ben lavorata, in particolare la stele .
vista del tumulo con la copertura in lastre granitiche e la "pavimentazione".
Il tumulo visto dal basso: si possono notare le dimensioni.
Il prato e il bosco con le cime del Limbara. nel punto in cui si nota il fumo sorge una nuraghe a corridoio, "l'Agnu".
Il torrente Badu Mela con le felci Osmunda regalis.
Vi si arriva dalla strada statale 127, al bivio per Nuchis, dopo aver attraversato la ferrovia. L'ingresso è correttamente segnalato e la strada è agevolmente percorribile. Si prosegue per un tratto a piedi fiancheggiando il torrente e poi lo si attraversa su un ponticello in legno.
Il luogo è ordinato e avvolto nel silenzio ancestrale della Sardegna. Ci si immedesima facilmente nel tempo in cui le popolazioni nuragiche l'hanno utilizzata.
Meravigliano le dimensioni della tomba, un tumulo di diverse centinaia di metri cubi con il corridoio coperto da lastroni di granito e con una sorta di pavimento che modernamente si chiamerebbe basolato, e che pare messo in opera oggi.
La parte frontale è ben lavorata, in particolare la stele .
particolare della stele
Il tumulo visto dal basso: si possono notare le dimensioni.
Il prato e il bosco con le cime del Limbara. nel punto in cui si nota il fumo sorge una nuraghe a corridoio, "l'Agnu".
Il torrente Badu Mela con le felci Osmunda regalis.
sabato 23 gennaio 2010
nuraghe Majore a Erula
Sorge su di un'altura all'uscita del paese, strada provinciale per Perfugas,è una specie di roccaforte, protetta da diverse cerchia di mura e da un profondo precipizio nel lato Nord-Ovest.
L'apertura d'ingresso è alta e spaziosa.La tholos è quasi intatta.
la tholos.
Panorama dall'alto della torre, lo sguardo spazia fino al Coghinas e al mare di Casteldoria.
mercoledì 20 gennaio 2010
Nuraghe S'Ena a Chiaramonti
E' situato in prossimità della strada a scorrimento veloce per Sassari. Per raggiungerlo bisogna dirigersi verso la strada asfaltata che conduce alle serre in vetro visibili in lontananza e poi procedere per i campi.
Il nuraghe sorge su un piccolo rilievo che da una parte si affaccia sul ruscello, dal quale è separato da un erto pendio roccioso, su di esso era presente una muraglia difensiva, parzialmente conservata. La parte sud della torre è crollata , per cui l'accesso non è più visibile.
A fianco del nuraghe vi è un piccolo recinto che sovrasta il precipizio, forse residuo di una capanna.
Nelle vicinanze di questo nuraghe ne sorge un altro con un recinto circolare poco distante.
Il nuraghe sorge su un piccolo rilievo che da una parte si affaccia sul ruscello, dal quale è separato da un erto pendio roccioso, su di esso era presente una muraglia difensiva, parzialmente conservata. La parte sud della torre è crollata , per cui l'accesso non è più visibile.
A fianco del nuraghe vi è un piccolo recinto che sovrasta il precipizio, forse residuo di una capanna.
Nelle vicinanze di questo nuraghe ne sorge un altro con un recinto circolare poco distante.
nuraghe maJore a Tempio Pausania
Situato a 1500 metri dal centro abitato sulla strada per Palau , è segnalato ed è facilmente raggiungibile..
Il sito è curato da una cooperativa ed è molto ben gestito, con un piccolo bar ristorante.In un ombroso bosco di querce , frassini macchia e mediterranea. Dall'alto si può spaziare con lo sguardo sulle campagne e i vicini centri abitati.
E' uno dei due nuraghi meglio conservati della Gallura interna.
Costruito interamente con grandi massi di granito levigati dal tempo è un nuraghe a tholos e anche a corridoio.
Per una descrizione approfondita si veda.
http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=24749&v=2&c=2488&c1=2130&t=1
Il sito è curato da una cooperativa ed è molto ben gestito, con un piccolo bar ristorante.In un ombroso bosco di querce , frassini macchia e mediterranea. Dall'alto si può spaziare con lo sguardo sulle campagne e i vicini centri abitati.
E' uno dei due nuraghi meglio conservati della Gallura interna.
Costruito interamente con grandi massi di granito levigati dal tempo è un nuraghe a tholos e anche a corridoio.
Per una descrizione approfondita si veda.
http://www.sardegnacultura.it/j/v/253?s=24749&v=2&c=2488&c1=2130&t=1
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Nuraghe Majore a Tempio Pausania
Su Nuraxi a Barumini
E' il nuraghe più conosciuto ,è stato scoperto, scavato e studiato da Giovanni Lilliu, uno dei padri dell'archeologia in Sardegna.
Costruzione molto complessa, polilobata con una torre centrale di grandi dimensioni. Perfettamente conservato il cortile interno.
A Barumini bellissimo il museo che è ospitato in un antico edificio costruito su un nuraghe.
Per una descrizione completa si vedano i numerosi testi di Lilliu, ad esempio "I nuraghi, torri preistoriche di Sardegna".
Costruzione molto complessa, polilobata con una torre centrale di grandi dimensioni. Perfettamente conservato il cortile interno.
A Barumini bellissimo il museo che è ospitato in un antico edificio costruito su un nuraghe.
Per una descrizione completa si vedano i numerosi testi di Lilliu, ad esempio "I nuraghi, torri preistoriche di Sardegna".
lunedì 18 gennaio 2010
nuraghe Orolio a Silanus
Il nuraghe Orolio è uno dei più belli della Sardegna. La sua alta torre,slanciata, ha una leggerezza che non si riscontra negli altri nuraghi - che si impongono più per la loro mole che per l'arditezza della costruzione.
E' facile visitarlo, una bella passeggiata per chi ama arrampicarsi per le colline.
Il paesaggio dall'alto è sconfinato, ma non badate alle ciminiere di Ottana!
E' facile visitarlo, una bella passeggiata per chi ama arrampicarsi per le colline.
Il paesaggio dall'alto è sconfinato, ma non badate alle ciminiere di Ottana!
nuraghe Ripidu a Chiaramonti
E' posto accanto alla strada Chiaramonti-Ozieri, in prossimità di Chiaramonti.
E' strettamente circondato da querce da sughero, che con le loro radici ne hanno definitivamente compromesso la stabilità. Si conserva solo una parete integra mentre la tholos è completamente crollata, per cui l'interno è visibile dall'alto.
nuraghe Tzirimagus
Nuraghe Tzirimagus
La poderosa fortezza nuragica di Sirimagus è ubicata sulla sommità di un’altura di spicco di un sistema collinare di origine vulcanica, il Monte Sirimagus. Si tratta di un nuraghe di tipo complesso, costruito sull’orlo di un dirupo, che costituisce una difesa naturale del monumento.La struttura, di pianta abbastanza inusuale, ha forma irregolarmente ellittica, allungata in senso Nord-Sud, ed è costituita da una torre principale e da due torri secondarie, non tangenti tra loro ma collegate da una muraglia; lo spazio delimitato dalle tre torri e dalla muraglia costituiva il cortile interno. La costruzione nuragica era attorniata, poi, da un’ulteriore muraglia, un “ antemurale”, di cui rimangono ampie tracce. Tale struttura muraria aveva il compito di costituire una prima linea di difesa e di proteggere il villaggio annesso al nuraghe.
Vi era infatti un insediamento abitativo ubicato sul versante settentrionale del monte e compreso tra la fortezza nuragica e l’antemurale difensivo. A circa 150 metri a Nord della cortina esterna del nuraghe, inoltre, si trova un pozzo, anch’esso di epoca nuragica.
Il sito del villaggio sembra essere poi stato utilizzato anche in epoca storica, come testimoniano i materiali ceramici presenti sul posto.
Il nuraghe Sirimagus, per la sua imponenza e per la sua posizione strategica, da cui controllava il territorio circostante ed in particolare la fertile pianura ove sorge il moderno centro urbano di Tratalias, doveva senz’altro costituire un importante caposaldo nel possesso del territorio da parte delle popolazioni nuragiche.
http://www.montessu.it/montessu/export/sites/default/italiano/Schedario/Tratalias/
http://www.gentedisardegna.it/topic.asp?TOPIC_ID=13604&whichpage=1
sabato 16 gennaio 2010
Muraglia megalitica a Tisiennari-Bortigiadas
quest'opera è stata segnalata da M. Maxia ("Un tesoro riscoperto",Nuoro,1991) e descritta da Paolo Melis su Almanacco Gallurese n.4,1995/96.
La muraglia è in gran parte coperta dalla vegetazione arbustiva, è evidente la parte che si affaccia sul fiume Coghinas.
Melis afferma che sia "straordinariamente somigliante alla muraglia di Olmedo".
Per poterla visitare occorre tenere come riferimento il lungo ponte ferroviario di trachite sul Coghinas, dal quale è poco distante.
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La muraglia è in gran parte coperta dalla vegetazione arbustiva, è evidente la parte che si affaccia sul fiume Coghinas.
Melis afferma che sia "straordinariamente somigliante alla muraglia di Olmedo".
Per poterla visitare occorre tenere come riferimento il lungo ponte ferroviario di trachite sul Coghinas, dal quale è poco distante.
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lunedì 11 gennaio 2010
un sistema per rilevare ciò che è nel sottosuolo dei siti archeologici
An Archaeologist's Guide to
Headache-free GPR
Submitted by owenjarus on Mon, 07/27/2009 - 18:18
How it works
The science behind GPR is complex and has been the source of plenty of headaches for archaeology students. A very basic explanation of the technology works like this:
The antenna of a GPR system shoots radio pulses into the ground. Each pulse travels through the ground as a wave.
Within the ground there are different layers of subsurface materials (soils, rocks and, hopefully, archaeological remains).
Every time this wave comes in contact with a new layer of soil or debris, the velocity of the wave changes. This causes some of the energy of the wave to “bounce” back as a reflected wave.
The reason the velocity changes is because the new material has different electrical and magnetic properties to the layer it was passing through before. The greater this difference is, the greater the change in velocity will be.
A large change in velocity is helpful because the amplitude of the reflected wave will be higher, which makes it easier to detect.
The rest of the energy continues into the ground.
The GPR system records the time it takes for the reflected wave to return (it’s a matter of nanoseconds). This allows for the depth of the material it reflected off to be determined.
The system also records the shape of the reflected wave, which will vary depending on the material it bounced off.
In the course of a field survey, a GPR system will send out thousands of radio pulses, producing thousands of reflected waves and depth measurements. This information is automatically entered into a database and plotted on a reflection profile, a map that shows where waves occur and what they look like.
Archaeologists, working with building/landscape scientists, will analyze these waves, and their depths, and determine what is likely to be causing the various reflections.
How deep GPR will detect archaeological materials varies depending on the equipment used (ie- how much power the transmitter is getting) and soil type. Beneath asphalt, archaeologists will likely only be able to detect objects that are a few meters below the surface. In sandy soil, on the other hand, they can find objects that are more than 50 metres deep.
Make it 3-D
Reflected waves, if mapped three dimensionally, can give a rough view of the shape and size of a structure.
Mesagne, on the southeast end of Italy, has an ancient necropolis that dates from Roman Imperial times, before the Romans took over the area (a time when the Messapian language was used).
It can provide a powerful and intuitive means of communicating complex information to non-geophysicists.
A team of researchers, led by Giovanni Leucci, used ground penetrating radar and created 3-D images of what they found. The image revealed underground burials called “ipogei,” used in ancient times, with 3m x 3m x 3m dimensions. They also reveal what appears to be the wall of an ancient road leading up to the necropolis. The chief advantage of mapping something in 3-D, according to the researchers, is that, “(it) can provide a powerful and intuitive means of communicating complex information to non-geophysicists.”Scanning huge areas
In 2004 a multi-channel radar cart (a sophisticated GPR) was used over a period of two days to scan 75 square kilometres of land at the site of Le Pozze (The Puddles), in the suburbs of Lonato in Northern Italy. The development of increasingly sophisticated GPR systems, like this cart, has been increasing the efficiency of the technology, allowing researchers to investigate more land in less time.
Archaeological investigations have confirmed that Le Pozze has been settled since at least the Iron Age. A Roman village existed there and the site was inhabited until the 14th century when it was destroyed.
The GPR survey found wall remains, pavement and buried foundations. It also found the remains of a large Roman Villa with its biggest room being 20 x 20 meters in size, and a public building that is 20 by 10 meters wide. Overall they estimate the Roman village to be about 15,000 square meters in size, with two-thirds of it taken up by the villa and the public building.
But Don’t Try it at Home
Using GPR is something that, ideally, shouldn’t involve the archaeologists working alone. Former English Heritage Conservation Director John Fidler writes in the book Ground Penetrating Radar that researchers should work with both electrical/radar engineers and building/landscape science specialists to collect and analyze GPR information.
People in those disciplines are better prepared for the task of collecting GPR data and understanding what kind of material is being uncovered. Archaeologists need to work as a team with them in order to get the most accurate data and interpretation possible.
Avoid Excavation
GPR is a good alternative when archaeologists want to avoid excavating a site.
For instance, the first emperor of China, Qin Shi Huang, was buried in an enormous necropolis, larger than the Great Pyramid of Khufu. This expansive site includes more than 8,000 terra cotta soldiers.
One section is a mostly unexcavated “underground palace” built to help the emperor rule in the afterlife. A team of Chinese archaeologists, led by Yuan Bingqiang, used Ground Penetrating Radar to identify buried pits that are believed to lie just outside the palace.
These pits likely contain terracotta warriors or officials, which were built for guarding the palace and running the administration in the afterlife.
Chinese researchers have been careful to avoid unnecessary excavation around the palace, so as not to risk damaging artefacts. In this case, GPR allowed them to find the probable location of the terracotta figures without having to tear up a vast amount of the site. In the future, if archaeologists do excavate those areas, they will know where to look.
Avoid jail
GPR is also useful when legal or ethical reasons bar excavation of a site.
For example, in North America GPR has become popular among archaeologists for investigating Native American burials without actually digging them up. In the United States federal laws, such as NAGPRA (Native American Graves Protection and Repatriation Act) ban or severely limit the excavation of these burials.
One notable example is in Wisconsin where GPR was used to find the truth behind what turned out to be an archaeological myth.
The West Prairie Mound Group is made up of thirteen low, cone shaped earth mounds within Fort McCoy (a modern day military base in central Wisconsin). It has long been believed that these were pre-Columbian Native American burial mounds, but archaeologists could not determine this since they were prohibited from excavating.
So a team of researchers, from the University of Wisconsin and the Army Reserve, used GPR on two of these mounds to try andfind the actual burials. They discovered that in fact these mounds were natural features and there is no evidence that they were ever used for burial or cultural practices.
Limitations of GPR
GPR does have its drawbacks. In modern urban areas GPR will pick up contemporary equipment, such as pipes and buried equipment, along with archaeological remains. This can make interpreting data very difficult if not impossible.
Water can be a big problem for GPR. As archaeologist Lawrence Conyers writes, if the ground has even a small amount of water it can make detecting archaeological materials difficult.
The reason is that in dry ground, human artefacts, such as metals and stone-work, tend to have very different electrical properties than the soil around them.
However, when the soil is wet, this changes the properties of soil to the point where, electrically, they become similar to human artefacts such as metal.
So if the artefacts are in wet soil, there will be less of a difference, electrically, between the soil and the artefacts. This means that the velocity change of the wave will be reduced and the reflections produced will be weaker and more difficult to detect.
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una guida per gli archeologi
lunedì 4 gennaio 2010
domus de Janas a Tisiennari
In un luogo impervio, nascoste sotto una fitta macchia mediterranea, sotto lu Monti Ruju a Tisiennari sono state scavate nella roccia le tombe pluricellulari.
panorama del massiccio roccioso che domina la tomba. Si notano "su frate e sa monza".
una seconda domus de janas è situata nei pressi di un'abitazione ed è sommersa dall'acqua, sono visibili sulle pareti delle incisioni a V.
Le strutture sono state descritte da Paolo Melis nel 1995
panorama del massiccio roccioso che domina la tomba. Si notano "su frate e sa monza".
una seconda domus de janas è situata nei pressi di un'abitazione ed è sommersa dall'acqua, sono visibili sulle pareti delle incisioni a V.
Le strutture sono state descritte da Paolo Melis nel 1995
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